1. Titolo dell’opera e autore
    Narciso di Michelangelo Merisi da Caravaggio
  2. Datazione e tecnica
    Realizzato tra il 1597 e il 1599 circa.
  3. Tecnica: Olio su tela.
  4. Dimensioni e collocazione attuale
    Misura 110 × 92 cm.
    È conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, Roma.
  5. Contesto storico e culturale
    L’opera si inserisce nel contesto della Roma barocca a cavallo tra Cinquecento e Seicento, quando Caravaggio si affermava come pittore innovativo, capace di unire il naturalismo a un profondo pathos drammatico. Il tema è tratto dalla mitologia classica, riprendendo le Metamorfosi di Ovidio.
  6. Descrizione compositiva
    Il quadro mostra il giovane Narciso piegato sull’acqua, incantato dalla propria immagine riflessa. La composizione è dominata da una forma circolare: il corpo e il riflesso creano un doppio perfetto, rafforzato dal fondo completamente scuro, che isola la figura e concentra l’attenzione sull’illusione speculare.
  7. Significato simbolico e tematiche
    Il dipinto esprime la vanità e l’illusione, ma anche la solitudine e l’ineluttabilità del destino. Narciso è intrappolato in un desiderio sterile, incapace di amare altro che se stesso. L’acqua, specchio della verità e dell’inganno, diventa simbolo della perdita dell’identità.
  8. Stile e caratteristiche formali
    Il dipinto è un esempio tipico del tenebrismo caravaggesco, con forti contrasti chiaroscurali e una luce che sembra quasi teatrale. L’ambientazione essenziale, quasi astratta, focalizza l’attenzione sull’interiorità del personaggio più che sul contesto fisico.
  9. Curiosità e ricezione critica
    Non è universalmente accettato dagli studiosi come opera completamente autografa di Caravaggio: alcuni ipotizzano l’intervento della bottega o di allievi. Tuttavia, lo stile è perfettamente in linea con le opere giovanili del maestro.
  10. Eventuali restauri o vicende conservative
    L’opera è stata restaurata più volte nel corso del Novecento, con interventi conservativi volti a recuperare la profondità cromatica originaria e a mitigare gli effetti dell’oscuramento dovuto al tempo.

Curiosità aggiuntive

Un’opera “riscoperta” tardi
Per lungo tempo l’opera è rimasta ai margini dell’attenzione critica. Solo nel Novecento è stata attribuita con convinzione a Caravaggio o alla sua cerchia, grazie allo studio dello storico dell’arte Roberto Longhi, che contribuì in modo decisivo alla riscoperta moderna dell’artista.

Assenza di sfondo: un’innovazione concettuale
La totale mancanza di paesaggio o architettura — elementi presenti in altre raffigurazioni del mito — non è casuale: Caravaggio isola Narciso in un vuoto simbolico, una sorta di “non-luogo” che riflette il mondo interiore e ossessivo del personaggio, sospeso nel tempo.

Forma circolare e autoriflessione
Il quadro gioca su una struttura circolare perfetta, dove la linea delle braccia e il riflesso formano un cerchio chiuso: un loop visivo e simbolico, che richiama l’idea dell’autocontemplazione sterile e dell’incapacità di rompere l’incantesimo narcisistico.

Caravaggio e il concetto di identità
Alcuni critici hanno suggerito che l’opera sia una riflessione sull’identità dell’artista stesso: Narciso come alter ego di Caravaggio, condannato a specchiarsi nella propria arte, nel proprio stile, nella propria immagine. Una lettura affascinante, specie considerando il carattere solitario e inquieto del pittore.

Un Narciso umano, non ideale
A differenza della tradizione classica, che rappresentava Narciso come un adolescente ideale e luminoso, Caravaggio lo raffigura come un ragazzo realistico, quasi comune, con mani grosse e tratti marcati. Questo rompe gli schemi accademici e impone la visione caravaggesca: l’uomo è fragile, terreno, imperfetto.

Un’opera chiave per gli psicoanalisti
Lo psicoanalista Jacques Lacan e altri studiosi della psicologia del profondo hanno citato Narciso come esempio iconico di quello che chiamano lo “stadio dello specchio”: il momento in cui il soggetto si forma guardandosi riflesso, ma rischia di perdersi nell’immagine idealizzata.